giovedì 15 marzo 2012

2012: ECCO I MAYA

REZZATO 09/03/2012 21° COPPA
Cari amanti del tempo che fu, dall’inizio della FRR numerose battaglie sono state combattute, vittorie e sconfitte si sono susseguite, trasformando ogni momento trascorso insieme in un sentiero vertiginoso, lungo la bellezza di 10 anni. E ci ha pensato Giovanni a celebrare al meglio l’anniversario, grazie ad una vittoria degna dell’esacampione. La partita inizia nel segno dell’esercito maya, due stati in Oceania e altrettanti in Sud America garantiscono un ottimo potenziale, inoltre lo svogliato interesse di Alessandro e Marco per l’ultimo continente scoperto dall’uomo, amplificano i sogni di gloria di Giovanni. Il giocatore più titolato della storia del risiko, rispettando le previsioni, avanza senza ostacoli come un toro di Pamplona, travolgendo i turisti kazaki e maori. Giovanni vuole vincere e per farlo sa benissimo che la rapidità nei primi minuti di gioco è fondamentale. Le sue attenzioni una volta conquistata l’Oceania, cadono in Sud America dove Kamisan sembra deciso a vendere cara la pelle. Due giri di dadi e la tenace resistenza cinese si dissolve rapidamente. Ora l’esercito maya possedendo due continenti ha la possibilità concreta di vincere la partita, ma all’orizzonte s’intravvede un forte Glauco, posizionato ottimamente in Asia e una coalizione rodata composta da fratelli Kamisan e da Alessandro. Il comandante Maya decide di sconfiggere gli avversari usando una tecnica napoleonica. La strategia consiste nel colpire uno alla volta i nemici, impedendo alle restanti forze nemiche di coalizzarsi contro di lui. Il primi a vedere svanire i propri regni sono i fratelli Kamisan , mentre Glauco forte di una decina di province, si vede escludere dall’Asia. Il potere di Giovanni a questo punto è senza limiti. Patetico il tentativo di difesa in Europa da parte di Alessandro, che nel gesto estremo di difendersi dalla minaccia maya, elimina inutilmente sia Marco che Kamisan. Con questa vittoria Giovanni conquista la sua seconda coppa, ampliando a 10 il numero di trofei conquistati.

Giovanni 120, Glauco 26, Alessandro 16, Kamisan 0, Marco 0.

martedì 3 gennaio 2012

PRUSSIANI VINCITORI PER UN PUNTO

20° COPPA FRR

Nella prima ora succede di tutto. Marco domina i primi 15 minuti andando a conquistarsi l’Oceania con una pregevole mossa di accerchiamento ai danni di Kamisan. Alla mezz’ora l’Orda d’oro tenta con successo l’azzardo in Sud America. Matteo che fino ad allora era stato remissivo propone un balzo in avanti in Nord America. L’esercito prussiano scende dall’Alaska come un treno senza freni, finendo la sua corsa nel binario morto dell’Argentina. Sotto le sue ruote sono rimasti intrappolati ben due continenti e l’esercito dell’orda d’oro. Marco, fino al momento il leader della partita, tenta di scardinare le difese prussiane prima in Islanda e poi entrando in Sud America. Matteo resiste e si resta sullo zero a zero, ancora per poco però. Giovanni fino a quel momento alleato fidato dell’esercito prussiano, firma l’armistizio con gli alleati andando, l’8 settembre ad attaccare Matteo. Giovanni, infatti, pochi minuti dopo essersi conquistato l’Africa invade il Sud America portando la minaccia Maya nel cuore dell’impero prussiano. Si riapre la partita. Matteo non molla mai e a 5 minuti dalla fine conquista stati importanti in Europa ai danni di Marco. Stati che si trasformano in molti confini monetizzati poi in punti preziosi per il raggiungimento della sua seconda vittoria di coppa.

«Adesso lo posso dire, sono orgoglioso dell’esercito prussiano: partite come questa non è facile non perderle. La nostra disciplina tattica ha dato dimostrazione di forza, umiltà, professionalità e io ho ottenuto importanti risposte a livello mentale». Testo di Matteo, musica dell’esercito prussiano. Una esercito prussiano dai nervi d’acciaio, dunque. Camaleontico e sempre vivo. Ma perché eliminare subito l’esercito dei Bastarni? «Resto convinto che il segreto per vincere una partita di coppa sia eliminare subito Glauco: ecco, volevo bloccarlo e ci siamo riusciti, grazie anche all’aiuto di Marco e Giovanni».
«In una partita di coppa della FRR – aggiunge Matteo – si parla sempre di tattica, numeri o cose del genere. Io invece voglio parlare dei valori morali del mio esercito: ho la fortuna di guidare un gruppo di uomini veri che pensano sempre a buttare il cuore oltre l’ostacolo. Non so in quanti avrebbero raggiunto il successo per un punto». Matteo è come se, il successo in extremis su Marco, lo avesse raggiunto indossando la divisa e l’elmetto: mai fermo, a braccia alzate dopo l’acuto in Europa contro l’espansionismo maori. «Questa sfida mi lascia molto sereno per il futuro. Stavolta non voglio soffermarmi sulle qualità tecniche, ma come dicevo su quelle caratteriali. I miei soldati hanno una forza mentale incredibile, dai ragazzi ho avuto la riprova che siamo un esercito che vuole qualcosa di importante e che mette in campo tutto per ottenerlo. Sono stanco, ma felice».
Il primo tempo prussiano è stato una passione, Marco e Alessandro sembravano in grado di dominare la partita poi lo scatto verso l’impresa. «Siamo entrati in partita forse troppo leggeri – sottolinea Matteo – e mi riferisco all’atteggiamento che avevamo nel voler tenere sempre lo stato cuscinetto con Giovanni senza mai affondare. A metà partita quando Marco dopo essersi conquistato l’Oceania e quasi tutta l’Europa, non ho cambiato niente perché è servito solo toccare le corde giuste. E l’inversione di rotta si è vista. Torniamo a casa con molte certezze in più». La voce di Matteo è bassa e roca, e non è una novità. Ma nelle parole del generale c’è la forza di un condottiero che ha vinto l’ennesima scommessa e un’altra battaglia. Impantanato nello stato cuscinetto e con il respiro corto, la truppa prussiana ha trovato l’energia, soprattutto mentale, per capovolgere il copione.
«In pochi ci sarebbero riusciti perché per raggiungere certi risultati in certe condizioni bisogna giocare da uomini veri», ripete ancora Matteo. E la sede della FRR è rimasta ammutolita davanti al cuore e alla tenacia di un esercito che ha dato l’impressione di non volersi mai fermare, nemmeno quando il match si era rimesso in equilibrio. «Questa truppa ha un carattere incredibile – conferma l’annientamento di Glauco in India che ha riaperto la partita».

Matteo 35, Marco 34, Giovanni 24, Kamisan 7, Glauco 0, Alessandro 0