martedì 3 gennaio 2012

PRUSSIANI VINCITORI PER UN PUNTO

20° COPPA FRR

Nella prima ora succede di tutto. Marco domina i primi 15 minuti andando a conquistarsi l’Oceania con una pregevole mossa di accerchiamento ai danni di Kamisan. Alla mezz’ora l’Orda d’oro tenta con successo l’azzardo in Sud America. Matteo che fino ad allora era stato remissivo propone un balzo in avanti in Nord America. L’esercito prussiano scende dall’Alaska come un treno senza freni, finendo la sua corsa nel binario morto dell’Argentina. Sotto le sue ruote sono rimasti intrappolati ben due continenti e l’esercito dell’orda d’oro. Marco, fino al momento il leader della partita, tenta di scardinare le difese prussiane prima in Islanda e poi entrando in Sud America. Matteo resiste e si resta sullo zero a zero, ancora per poco però. Giovanni fino a quel momento alleato fidato dell’esercito prussiano, firma l’armistizio con gli alleati andando, l’8 settembre ad attaccare Matteo. Giovanni, infatti, pochi minuti dopo essersi conquistato l’Africa invade il Sud America portando la minaccia Maya nel cuore dell’impero prussiano. Si riapre la partita. Matteo non molla mai e a 5 minuti dalla fine conquista stati importanti in Europa ai danni di Marco. Stati che si trasformano in molti confini monetizzati poi in punti preziosi per il raggiungimento della sua seconda vittoria di coppa.

«Adesso lo posso dire, sono orgoglioso dell’esercito prussiano: partite come questa non è facile non perderle. La nostra disciplina tattica ha dato dimostrazione di forza, umiltà, professionalità e io ho ottenuto importanti risposte a livello mentale». Testo di Matteo, musica dell’esercito prussiano. Una esercito prussiano dai nervi d’acciaio, dunque. Camaleontico e sempre vivo. Ma perché eliminare subito l’esercito dei Bastarni? «Resto convinto che il segreto per vincere una partita di coppa sia eliminare subito Glauco: ecco, volevo bloccarlo e ci siamo riusciti, grazie anche all’aiuto di Marco e Giovanni».
«In una partita di coppa della FRR – aggiunge Matteo – si parla sempre di tattica, numeri o cose del genere. Io invece voglio parlare dei valori morali del mio esercito: ho la fortuna di guidare un gruppo di uomini veri che pensano sempre a buttare il cuore oltre l’ostacolo. Non so in quanti avrebbero raggiunto il successo per un punto». Matteo è come se, il successo in extremis su Marco, lo avesse raggiunto indossando la divisa e l’elmetto: mai fermo, a braccia alzate dopo l’acuto in Europa contro l’espansionismo maori. «Questa sfida mi lascia molto sereno per il futuro. Stavolta non voglio soffermarmi sulle qualità tecniche, ma come dicevo su quelle caratteriali. I miei soldati hanno una forza mentale incredibile, dai ragazzi ho avuto la riprova che siamo un esercito che vuole qualcosa di importante e che mette in campo tutto per ottenerlo. Sono stanco, ma felice».
Il primo tempo prussiano è stato una passione, Marco e Alessandro sembravano in grado di dominare la partita poi lo scatto verso l’impresa. «Siamo entrati in partita forse troppo leggeri – sottolinea Matteo – e mi riferisco all’atteggiamento che avevamo nel voler tenere sempre lo stato cuscinetto con Giovanni senza mai affondare. A metà partita quando Marco dopo essersi conquistato l’Oceania e quasi tutta l’Europa, non ho cambiato niente perché è servito solo toccare le corde giuste. E l’inversione di rotta si è vista. Torniamo a casa con molte certezze in più». La voce di Matteo è bassa e roca, e non è una novità. Ma nelle parole del generale c’è la forza di un condottiero che ha vinto l’ennesima scommessa e un’altra battaglia. Impantanato nello stato cuscinetto e con il respiro corto, la truppa prussiana ha trovato l’energia, soprattutto mentale, per capovolgere il copione.
«In pochi ci sarebbero riusciti perché per raggiungere certi risultati in certe condizioni bisogna giocare da uomini veri», ripete ancora Matteo. E la sede della FRR è rimasta ammutolita davanti al cuore e alla tenacia di un esercito che ha dato l’impressione di non volersi mai fermare, nemmeno quando il match si era rimesso in equilibrio. «Questa truppa ha un carattere incredibile – conferma l’annientamento di Glauco in India che ha riaperto la partita».

Matteo 35, Marco 34, Giovanni 24, Kamisan 7, Glauco 0, Alessandro 0